
ACQUAFORMOSA -LA STORIA-
Acquaformosa è un paese arberesh (italo-albanese) situato all'interno del Parco Nazionale del Pollino, a 756 m. sul livello del mare. Qui da 500 anni un' antica lingua albanese medievale sopravvive accanto all'italiano e resiste fecondamente a tutt'oggi nonostante le spinte omologanti del mondo globalizzato. Il 1195 è la più antica data legata al nome di Acquaformosa, il cui territorio era caratterizzato dalla presenza di un monastero cistercense già alcuni secoli prima dell' arrivo di esuli albanesi nel 1501.
1195: i monaci cistercensi dell' Abbazia di Santa Maria di Sambucina di Luzzi fondano il monastero di Santa Maria di Acquaformosa, che sarebbe divenuto col tempo ricchissimo. Notevoli i possedimenti territoriali, tra cui donazioni dell' imperatore Federico II di Svevia; prestigiosi i suoi dipinti, le sue sculture, le sue reliquie, che in parte si conservano ancora oggi. 1501: dopo la morte dell' eroe Giorgio Castriota Skanderbeg (http://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Castriota_Scanderbeg), un gruppo di profughi albanesi giunge nel territorio dell' abbazia per sottrarsi al dominio dell' invasore turco, e qui ottiene la possibilità di fondare un casale. E' l' atto di nascita di Acquaformosa come comunità italo-albanese.
1813: in seguito alle leggi napoleoniche che prevedevano la soppressione dei monasteri, la vendita di beni ecclesiastici e la riorganizzazione amministrativa del vecchio regno borbonico, il monastero vede la sua fine definitiva, mentre Acquaformosa nasce come comune autonomo e laico. La popolazione parla ancora l'atavica lingua albanese, professa la religione cattolica di rito Greco Bizantino, custodisce e tramanda usi costumi e tradizioni portati molti secoli fa dalla terra natìa.
Acquaformosa è un paese arberesh (italo-albanese) situato all'interno del Parco Nazionale del Pollino, a 756 m. sul livello del mare. Qui da 500 anni un' antica lingua albanese medievale sopravvive accanto all'italiano e resiste fecondamente a tutt'oggi nonostante le spinte omologanti del mondo globalizzato. Il 1195 è la più antica data legata al nome di Acquaformosa, il cui territorio era caratterizzato dalla presenza di un monastero cistercense già alcuni secoli prima dell' arrivo di esuli albanesi nel 1501.
1195: i monaci cistercensi dell' Abbazia di Santa Maria di Sambucina di Luzzi fondano il monastero di Santa Maria di Acquaformosa, che sarebbe divenuto col tempo ricchissimo. Notevoli i possedimenti territoriali, tra cui donazioni dell' imperatore Federico II di Svevia; prestigiosi i suoi dipinti, le sue sculture, le sue reliquie, che in parte si conservano ancora oggi. 1501: dopo la morte dell' eroe Giorgio Castriota Skanderbeg (http://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Castriota_Scanderbeg), un gruppo di profughi albanesi giunge nel territorio dell' abbazia per sottrarsi al dominio dell' invasore turco, e qui ottiene la possibilità di fondare un casale. E' l' atto di nascita di Acquaformosa come comunità italo-albanese.
1813: in seguito alle leggi napoleoniche che prevedevano la soppressione dei monasteri, la vendita di beni ecclesiastici e la riorganizzazione amministrativa del vecchio regno borbonico, il monastero vede la sua fine definitiva, mentre Acquaformosa nasce come comune autonomo e laico. La popolazione parla ancora l'atavica lingua albanese, professa la religione cattolica di rito Greco Bizantino, custodisce e tramanda usi costumi e tradizioni portati molti secoli fa dalla terra natìa.

ITINERARIO ARTISTICO-RELIGIOSO
Chiesa di San Giovanni Battista:
La chiesa è interamente mosaicata con rappresentazioni delle Sacre Scritture, secondo un maestoso progetto del compianto Papàs Vincenzo Matrangolo. Nei locali sottostanti sono conservati, oltre alla porta lignea del '600, opere d' arte dell' antica abbazia sfuggite alla razzia dei sacrileghi e del tempo: una statua della Madonna della Badia (Sec. XV) e tre dipinti del pittore rinascimentale marco Pino da Siena, frequentatore della scuola di Michelangelo Buonarroti. Ogni domenica è possibile partecipare alla celebrazione della Santa Messa in greco e arberesh, secondo l' antico rito bizantino importato dall' oriente dagli esuli fondatori di Acquaformosa.
Chiesa di San Giovanni Battista:
La chiesa è interamente mosaicata con rappresentazioni delle Sacre Scritture, secondo un maestoso progetto del compianto Papàs Vincenzo Matrangolo. Nei locali sottostanti sono conservati, oltre alla porta lignea del '600, opere d' arte dell' antica abbazia sfuggite alla razzia dei sacrileghi e del tempo: una statua della Madonna della Badia (Sec. XV) e tre dipinti del pittore rinascimentale marco Pino da Siena, frequentatore della scuola di Michelangelo Buonarroti. Ogni domenica è possibile partecipare alla celebrazione della Santa Messa in greco e arberesh, secondo l' antico rito bizantino importato dall' oriente dagli esuli fondatori di Acquaformosa.

Chiesa di Santa Maria del Monte:
meta di pellegrinaggi, è situata nella splendida montagna di Acquaformosa a 1464 mt., immersa in un territorio incontaminato e contornata da faggeti secolari. Al suo interno è conservata una statua della Madonna che allatta, ritrovata da un pastore in una crepa di una parete rocciosa. Adiacente alla chiesa si trova un' area pic-nic attrezzata.
meta di pellegrinaggi, è situata nella splendida montagna di Acquaformosa a 1464 mt., immersa in un territorio incontaminato e contornata da faggeti secolari. Al suo interno è conservata una statua della Madonna che allatta, ritrovata da un pastore in una crepa di una parete rocciosa. Adiacente alla chiesa si trova un' area pic-nic attrezzata.

Chiesa dell' Immacolata Concezione:
il più antico luogo di preghiera della comunità. Da ammirare il soffitto in legno dipinto nel 1700 e gli affreschi risalenti al 1500, rinvenuti casualmente in seguito a lavori di restauro.
il più antico luogo di preghiera della comunità. Da ammirare il soffitto in legno dipinto nel 1700 e gli affreschi risalenti al 1500, rinvenuti casualmente in seguito a lavori di restauro.

ITINERARIO NATURALISTICO
Il territorio di Acquaformosa è inserito all' interno del Parco del Pollino. La nostra montagna custodisce luoghi di inestimabile bellezza. Uno dei percorsi naturalistici da non mancare è quello che si conclude con la visita a Timpone del Pino, dove cresce il famosissimo pino loricato.
Il territorio di Acquaformosa è inserito all' interno del Parco del Pollino. La nostra montagna custodisce luoghi di inestimabile bellezza. Uno dei percorsi naturalistici da non mancare è quello che si conclude con la visita a Timpone del Pino, dove cresce il famosissimo pino loricato.

Dalla piazza antistante il B & B KA EDDA parte il percorso naturalistico stabilito dal C.A.I (club alpino italiano), che conduce sino ai 1500 m. del Santuario della Madonna del Monte, non lontano da Timpone del pino.
Inoltre per gli appassionati di trekking si organizzano anche escursioni guidate per: Monte Pollino (2248 mt) e Piani del Pollino, Cozzo Pellegrino (1993 mt) e alle selvagge ed incontaminate sorgenti del Torrente Grondo (Varr Sikanji).
Inoltre per gli appassionati di trekking si organizzano anche escursioni guidate per: Monte Pollino (2248 mt) e Piani del Pollino, Cozzo Pellegrino (1993 mt) e alle selvagge ed incontaminate sorgenti del Torrente Grondo (Varr Sikanji).

ITINERARIO NATURALISTICO -FLORA E FAUNA-
In questa natura selvaggia sono custoditi aspetti faunistici e botanici di notevole pregio: l' aquila reale, il falco pellegrino, la poiana, il capriolo, una grande varietà di fiori, piante e alberi. Il sottobosco abbonda di fragoline, lamponi, castagne, funghi e, in alcune zone, anche tartufi.
In questa natura selvaggia sono custoditi aspetti faunistici e botanici di notevole pregio: l' aquila reale, il falco pellegrino, la poiana, il capriolo, una grande varietà di fiori, piante e alberi. Il sottobosco abbonda di fragoline, lamponi, castagne, funghi e, in alcune zone, anche tartufi.

AREA FAUNISTICA RAPACI
Lungo il percorso C.A.I. che porta al santuario di Santa Maria del Monte si trova l'Area Faunistica Rapaci dove è possibile vedere gli uccelli rapaci che vivono nell' area del Parco del Pollino.
Lungo il percorso C.A.I. che porta al santuario di Santa Maria del Monte si trova l'Area Faunistica Rapaci dove è possibile vedere gli uccelli rapaci che vivono nell' area del Parco del Pollino.

ITINERARIO STORICO
Palazzo Rossano
Tra i palazzi di grandi proprietari del passato è possibile visitare Palazzo Rossano, il quale conserva moltissimi elementi di una civiltà contadina ormai perduta ed una chiesetta privata.
Palazzo Rossano
Tra i palazzi di grandi proprietari del passato è possibile visitare Palazzo Rossano, il quale conserva moltissimi elementi di una civiltà contadina ormai perduta ed una chiesetta privata.

I Murales di Acquaformosa
Nel 1995 in paese furono realizzati i Murales raffiguranti la vita contadina del passato e le origini arbereshe di Acquaformosa.
Nel 1995 in paese furono realizzati i Murales raffiguranti la vita contadina del passato e le origini arbereshe di Acquaformosa.

Il centro di assistenza preventiva giovanile è una struttura residenziale fondata nel 1962 da Don Vincenzo Matrangolo che per 40 anni ha accolto ragazzi orfani e indigenti. Più di mille ragazzi provenienti da tutta la provincia di Cosenza furono accolti in questa struttura dotata di cinema,mensa,asilo nido,campo sportivo realizzato alla fine degli anni '40 (una delle strutture sportive più datate della provincia di Cosenza) e di altri spazi destinati alla vita sociale degli ospiti in comune coi loro coetanei e compagni di scuola e di giochi di Acquaformosa.

Chiesa principale di Lungro, divenuta Cattedrale nel 1919 in occasione della fondazione dell’Eparchia (sede italo-albanese per la Calabria e l'Italia continentale). Riedificata nel XVIII secolo (dopo la distruzione a causa di un terremoto) accoglie al suo interno icone, affreschi bizantini e tele della scuola napoletana.

Museo storico della miniera di salgemma di Lungro (antichissima miniera citata da Plinio il Vecchio e chiusa definitivamente nel 1976), inaugurato nel giugno 2010. Il Museo raccoglie documenti, divise, attrezzature e altri cimeli di chi ha lavorato all'interno della miniera.

"Vashëzat, il ruolo delle Donne nelle comunità Arbëreshë dal dopo-guerra ad oggi" è un lavoro dell' Associazione culturale Albore a cui abbiamo avuto il piacere di contribuire.
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